Il recupero crediti esteri nel 2022

Scenario economico italiano e indicazioni per recuperare un credito internazionale.

Nel pieno della pandemia erano solo 23 le aree in crescita ma già a partire dal primo trimestre del 2021 il numero è più che raddoppiato. Si tratta di un valore destinato a crescere dinanzi alle brillanti performance degli ultimi mesi.

L’export dei primi sette mesi del 2021 equivale a circa 300 miliardi di euro e supera non solo i 244 miliardi dello stesso periodo del 2020, ma anche i 286 miliardi dei primi sette mesi del 2019, l’anno d’oro dell’export italiano. L’Italia sta facendo meglio anche rispetto ai principali partner europei.

L’aumento delle esportazioni italiane nel primo semestre del 2021 (+22,8%) è stato infatti superiore all’incremento di Germania e Francia. Anche i consumi, nel secondo trimestre dell’anno hanno registrato la tanto attesa inversione di tendenza, crescendo del 5.2% rispetto al trimestre precedente, grazie alla spinta delle voci di spesa più colpite dalle restrizioni anti-Covid: servizi e beni semi-durevoli.

Per il 2021 è previsto ancora un gap rispetto ai consumi pre-crisi, con ritardi a doppia cifra per abbigliamento e calzature, a fronte di livelli superiori al pre-Covid per beni alimentari, durevoli per la casa ed elettronica di consumo.

Gli scambi mondiali sono proseguiti a ritmi sostenuti nel primo trimestre 2021, per poi stabilizzarsi nel secondo in termini di volumi. I dati in valore sono in continua espansione, sostenuti dalla fase rialzista dei prezzi. La sfida più importante è consolidare il processo di crescita in modo che dal 2023, nel 2024 e 2025, cioè nella fase post pandemia, si possano avere livelli di crescita sistematicamente più elevati rispetto al passato.

Le vendite del made in Italy continueranno ad aumentare nel 2022 del 5,4% per assestarsi poi su una crescita media del 4% nel biennio successivo con l’asticella destinata a toccare i 550 miliardi nel 2024 e con i beni d’investimento particolarmente reattivi soprattutto grazie al traino della meccanica strumentale e dei mezzi di trasporto.

Quanto ai servizi, più colpiti dalle misure restrittive della pandemia soprattutto sul turismo, è atteso un recupero solo parziale nel 2021 (+5,15), con la ripresa vera e propria che avverrà nel 2022 quando si tornerà ai livelli del 2019, grazie a un incremento del 35,1%.


Produzione industriale italiana: i dati di aprile 2020

A soffrire di più nel 2020 sono state le micro imprese, quelle con un numero di dipendenti compreso tra uno e nove: quelle che prevedono un livello di liquidità insufficiente infatti superano quota 60%. Aprile si annunciava come il mese più buio per la produzione industriale e così è stato. Secondo le rilevazioni Istat la produzione industriale di aprile cede il 19,1% rispetto al mese precedente, il 42,5% in rapporto allo stesso periodo del 2019.

produzione industriale

In questo scenario, recuperare crediti all’estero diventa per le aziende italiane esportatrici un importante asset economico su cui puntare la propria ripartenza post Coronavirus. Un quadro in parte mitigato dalle eccezioni per alcune filiere importanti (alimentari, chimica e farmaceutica). Dal punto di vista settoriale la gara è a chi va meno peggio, nessun comparto infatti registra un segno positivo.

Farmaceutica e alimentari, penalizzati in termini di domanda ma non bloccati nell’offerta, contengono i danni in 7-8 punti percentuali su base annua e anche la chimica riesce a spuntare un -21,5%, ottimo alla luce del resto dell’economia.

Trainata verso il basso in particolare dalla produzione di auto, tracollo che spinge a -74% la produzione di mezzi di trasporto (salvo poche eccezioni il settore è rimasto bloccato nel lockdown) e che si accompagna a produzioni dimezzate per l’intera area della meccanica e della componentistica. Media manifatturiera che nel complesso arretra del 45,6%, peggio del dato complessivo, sostenuto da una parziale tenuta (-13,8%) dell’energia.

Secondo le analisi del centro studi di Confindustria maggio 2020 è stato comunque un mese di rimbalzo, rispetto al periodo precedente. Ripresa che tuttavia non basta a riportare l’attività su livelli standard, lasciando ancora un ampio calo a doppia cifra (quasi il 34% in valori grezzi, poco meno del 30% a parità di giornate lavorative), nel confronto tendenziale.

Prima dello scoppio dell’emergenza si prospettava un tasso di crescita dell’export italiano del 2,8% nel 2030, una stima che al momento non si è in grado di confermare. I parametri economico-finanziari verranno rivalutati a partire dal secondo e terzo trimestre per capire se si riuscirà a ripartire nel 2021.

Una ripresa dipenderà dalla riapertura dei mercati internazionali: man mano che si riavvieranno, dopo aver risolto la fase più acuta dell’epidemia da Covid-19, l’export italiano potrebbe avere una ripartenza. Ciò potrebbe quindi avvenire verso fine anno nei mercati aperti alla commercializzazione dei prodotti o all’allocazione di iniziative produttive. A quel punto, il 2021 avrebbe una buona velocità di riavvio che può consentire anche un rimbalzo significativo.


Recupero crediti all’estero nel 2022: come prevenire i rischi di insolvenza?

È fondamentale prevenire il problema con un’analisi puntuale della clientela ed un monitoraggio costante;  una contrattualistica “a tenuta”, ma anche stimando l’ipotetico rischio di default della controparte e considerando il rischio Paese e Sistema giudiziario.

Uno degli strumenti che il mercato offre all’esportatore per gestire il rischio Export è quello dell’assicurazione del credito commerciale estero: si tratta di un servizio erogato da un numero molto ristretto di operatori. In questo scenario si inserisce la Garanzia Operativa CEC, un nuovo strumento d’intervento strutturato da Invenium che non consiste in una semplice assicurazione dei crediti all’estero, ma costituisce una risposta unitaria a molte domande ed esigenze del piccolo e grande esportatore.

La garanzia operativa CEC (Credit Export Care) è un’innovativo strumento ideato da Invenium, operatore specializzato ed indipendente che ha maturato un’esperienza capillare nella gestione e nel recupero del credito commerciale all’estero, in tutto il mondo.

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